La Fauna e l'Ambiente
La forte spinta antropica che ha interessato i Castelli Romani, ha portato inevitabilmente ad una sempre maggiore contrazione della fauna, un tempo ricca di presenze significative sullintero territorio.Con il disboscamento dei Colli Albani per lintroduzione del castagno, gli elementi naturali caratterizzanti il paesaggio subirono già un forte deturpamento con inevitabili conseguenze sulla popolazione animale, ormai abituata ad un habitat particolare.
Animali come il cervo, il lupo, lorso, laquila sono da tempo scomparsi, mentre, attualmente, diversi fattori concomitanti pongono in serio pericolo le specie animali ancora presenti. Elementi faunistici che in taluni areali risultano comuni, nel Parco dei Castelli Romani diventano pregio, in serio rischio destinzione a causa di diversi fattori, che possiamo sintetizzare qui di seguito:
Larea territoriale dei Castelli Romani può essere suddivisa in 5 fasce territoriali ben definite tra loro:
Larea lacustre ha nei due laghi di Albano e di Nemi la sua completa definizione.
E unarea di pregio, purtroppo estremamente compromessa dal punto di vista di inquinamento delle acque in cui lelemento idrico e quello vegetazionale si uniscono e si fondono per creare un ambiente con potenzialità faunistiche enormi.
Tali caratteristiche, meglio definite al livello vegetazionale nella specifica parte ad essa dedicata, fanno dei due laghi un punto di particolare pregio con generalizzata presenza delle principali specie animali riscontrate nel territorio dei castelli. La peculiarità sta, chiaramente, nella presenza di fauna ittica e di uccelli migratori che trovano nei laghi un punto di sosta. Vista limportanza, la precarietà e la suscettibilità dei due bacini è necessario, quindi, adoperarsi seriamente per un loro radicale recupero, evitando ulteriori fenomeni di inquinamento, gran parte dei quali legati alle attività agricole.
Mammiferi
Tra i mammiferi ricordiamo la presenza dellistrice. Altri animali importanti, dalle abitudini notturne e abitatori dei boschi, sono il tasso, le donnole, la faina, la volpe, il moscardino, la talpa e il riccio.
Gli uccelli
Gli uccelli sono rappresentati da oltre un centinaio di specie. Sono stati avvisati numerosi rapaci diurni come il biancone, la poiana, lo sparviero, lo smeriglio, il gheppio e rapaci notturni, la cui presenza sembra meno precaria, come il barbagianni, il gufo, la civetta.
Nello studio di uccelli stazionari o di passo che frequentano i boschi e i prati, ricordiamo la quaglia, il picchio verde e il picchio rosso. Un discorso a parte va fatto per lavifauna nellarea dei laghi di Albano e Nemi.
E stata riscontrata la presenza di un gran numero di uccelli di passo: le Folaghe nere, Fulica Atra, che da studi recenti hanno dimostrato una buona adattabilità ai fenomeni di eutrofizzazione dei bacini lacustri; i Fischioni, Anas Penelope; i Germani reali, Anas platyrhynchos, specie migratrice regolare ma anche svernante, sedentaria e nidificante; le Alzavole, Anas Crecca; le Marzaiole, Anas Querquedola; i Mestoloni, Spatola Clipeata; le Morette, Aythya Fuligula, specie in grado di utilizzare bene habitat artificiali; i Tufetti, Podiceps Ruficollis e gli Svassi, Podiceps Cristatus.
Nei canneti circostanti i due laghi sono stati avvistati: il Porciglione, Rallus acquaticus e la Gallinella dacqua, Gallinula Chropulos.
E stata notata anche la presenza di Aironi cinerini, Ardea cinerea, Aironi rossi, Ardea purpurea, e di Garzette, Egretta alba, in sosta durante i viaggi migratori.
La ricchezza di elementi faunistici migratori nei due laghi fa necessariamente pensare alla costituzione di una vera e propria riserva, ove tali presenze siano tutelate e stimolate ad una sempre più prolungata sosta. Punti di avvistamento potrebbero essere realizzati lungo le sponde, sia per semplici motivi di birdwatching, sia per motivi didattici e di studio.
I pesci
La fauna ittica risulta esclusivamente presente nei laghi Albano e di Nemi, nei quali accanto a specie autoctone, si ritrovano specie immesse in periodi diversi, sia per ripopolamento sia a scopo sperimentale.
Il lago Albano
E il bacino lacustre più grande nel quale troviamo un vasto numero di specie, molto superiore a quelle presenti nel lago di Nemi. A partire dalla Tinca, Tinca Tinca L., troviamo la Carpa, Cyprinus carpio L., larborella, Alburnus Alburnus alborella De fil., il Cavedano, Leuciscus cephalus cabeda Risso, la Scardola, Scardinius erytrophtalmus L., il Trotto, Rutilus rubidio Bp., la Savetta, Chondrostoma soetta Bp., tutti appartenenti alla famiglia dei Ciprinidi; si riscontrano quindi: la Atheruna boyeri Risso, lAgone, Alosa fallax lacustris Fatio, il Luccio, Esox lucius L., il Persico sole, Lepomis gibbosus L., la trota iridea, Salmo gairdneri Rich., languilla, Anguilla anguilla L., della famiglia degli Attinidi; quindi: il Cefalo comune, Mugil cephalus L. e il Cefalo calamita, Liza ramada Risso, il Persico Reale, Perca fluviatilis L.